Se chi si è appena trasferito in un appartamento di lusso al centesimo piano di un palazzo meraviglioso non è per niente felice, finirà per cercare un’altra cosa soltanto: una finestra da cui gettarsi !
Dalai Lama.
Vediamo prima di tutto cosa significa essere poveri: essere poveri non identifica una condizione economica ben precisa ma bensì due, nelle società opulente c’è la povertà relativa mentre, in quella sottosviluppate, c’è la povertà assoluta. I poveri relativi sono coloro che hanno un reddito che è la metà della media di quel Paese, mentre i poveri assoluti sono invece quelle persone che non possono comprarsi a sufficienza i beni primari (coloro che vivono con meno di un dollaro al giorno o poco più).
Essere in una condizione economica vantaggiosa, almeno nella società occidentale, è certamente importante, visto che buona parte dei beni necessari è indispensabile acquistarli ma, allo stesso tempo, è opportuno non focalizzarsi eccessivamente su questa credenza in quanto a parità di introiti, se si opta per l’auto-produzione, le necessità economiche si riducono notevolmente, senza per altro ledere in alcun modo il benessere generale, anzi. Allo stesso tempo è opportuno essere consapevoli che l’auto-produzione non è applicabile a tutto (come ad esempio i farmaci) ma certamente ad una buona fetta di beni e servizi che utilizziamo.
Tuttavia, posto di essere tra i fortunati, è ormai assodato che una condizione economica favorevole non garantisce una vita felice. Se si possiede denaro a sufficienza ma si è carenti di altri elementi fondamentali quali la salute, i rapporti sociali e la sicurezza, è molto improbabile che si riesca ad essere soddisfatti appieno. Altrimenti non si spiegherebbe come mai un’altissima percentuale di ricchi faccia uso di psicofarmaci e/o droghe, mentre in paesi estremamente poveri, come alcune zone dell’India, si vedono visi pieni di gioia, pur essendo carenti in sicurezza, salute e denaro ma tuttavia ricchi in legami sociali.
Con l’aumentare della disponibilità economica si può comprare una casa più decorosa, una macchina più grande ma rimaniamo sempre e solo noi a viverci dentro e se siamo cupi, tristi lo saremo tanto nella casa piccola, tanto in quella grande (o forse ancor più in quella grande !). Prosegui qui.
Già è proprio così sembra banale ma il Dio denaro non fa la felicità!
La mia mamma morta per un brutto male all’età di 65 anni non faceva altro che ripetere che la salute è il bene più prezioso che essere umano possa avere e se non ce l’hai puoi essere anche il più ricco del mondo che i tuoi soldi non valgono nulla! Troppo spesso siamo abituati a valutare le persone in base a quello che possiedono 🙁 L’immagine che hai messo mi fa venire in mente la publicità di un auto (non ricordo quale marche) che fanno da qualche giorno dove lo slogan finale dice:”IL LUSSO E’ UN DIRITTO”!!!! Che tristezza! Io ad esempio credo molto nell’amicizia e dò molto ai mie amici, e se non ne avessi mi sentirei davvero molto povera!
Un abbraccio
Ciao Cesarina,
sono le sfide quotidiane, la fretta, il pensiero ossessivo di “dover far qualcosa” a farci dimenticare ciò che abbiamo e ciò che realmente è importante. Come appunta la salute. La cosa triste è che molte volte lo si capisce quando si perde in modo irreversibile, mentre quanto c’è l’abbiano nemmeno ci facciamo caso.
Seneca diceva “vivi ogni giorno della tua vita come se fosse l’ ultimo” ed è proprio vero, perchè è vivendo in questo modo che realmente godiamo di una vita felice. Altrimenti è sempre lì che deve arrivare, ma purtroppo non arriva mai. A volte senti dire “quando avrò quello e farò quello sarò finalmente felice” ma poi una volta che si realizza si torna alla soddisfazione iniziale, a volte peggio ancora perchè permane la delusione.
Tuttavia, indipendentemente da ciò, se siamo qui che parliamo di queste cose è perchè siamo nella direzione giusta 🙂
Ciao Cesarina e complimenti per le tu ricette che consulto sovente e sono davvero interessantissime……. :))))))))))
Aldo
Grazie a te caro Aldo 😉 Un abbraccio
Ps: Seneca era un grande 😛