La farina di segale, come abbiamo visto più volte, è particolarmente difficile da panificare in quanto il glutine che genera è insufficiente a creare un impasto tale da poterlo lavorare agevolmente.
Il problema è tuttavia arginabile servendosi di alcuni stratagemmi che ne migliorano la lavorabilità ma, ciò nonostante, in questa preparazione ho provato un sistema del tutto nuovo preparando un impasto semiliquido (simile al pane 100% grano saraceno e 100% avena), stendendolo con le mani bagnate (più volte) e rifinendolo con una spatola (bagnata anch’essa).
Lo spessore dell’impasto è volutamente non eccessivo per due motivi: per permettere all’acqua di trasudare agevolmente e per rendere la pizza molto ben cotta all’interno.
Il risultato finale è una pizza ben sviluppata, croccante sul fondo, ai bordi e leggermente più morbida all’interno. Ottima nel gusto e assolutamente digeribile.
Il tempo di lievitazione è stato 13 ore (12 nella ciotola e 1 ora sulla teglia),
Ingredienti.
300g di farina di segale integrale BIO, 370ml di acqua calda (42°C), 6g di sale marino integrale, 10ml di olio di oliva extravergine, 1 cucchiaino molto scarso di lievito di birra secco, 1 cucchiaio di pasta acida essiccata di segale.
Tempo di cottura. 5 min. a 250°C e 25-30 min . a 190°C.
Preparazione.













Eventuali miglioramenti
– Non usare l’olio nell’impasto (la pizza è comunque morbida).
– Usare la mozzarella (da inserire gli ultimi 15-20 min. di cottura).
Suggerimenti di massima
– Verificare che il cuore dell’impasto sia cotto prima di sfornare la pizza, in caso contrario abbassare la temperatura del forno a 140°C, aprire leggermente lo sportello del forno e proseguire ancora per altri 5-10 min.
– Non eccedere con lo spessore dell’impasto (pena cottura insufficiente dello stesso).
– Non fare “economia” con la passata in quanto il tempo di cottura maggiore tenderà ad asciugarla.
– La colorazione scura è normale (è dovuta al tempo di lievitazione così lungo e alla presenza della farina di segale). Attenzione a non sospendere la cottura prima che sia ultimata (il fatto che si colora prima potrebbe indurre in errore).
– Tempi di lievitazione minori con quantità di lievito maggiore generano un impasto più sviluppato ma anche meno digeribile rispetto a questo.
Per quanto tempo posso conservare la confezione aperta di pasta acida essiccata di segale? Devo conservarla in frigorifero? Grazie! Cat
Ciao,
la p.a.d.segale non è attiva, anche se la tieni aperta per 6 mesi non c’è rischio che perda la sua capacità fermentativa, al massimo perde un pò di sapore.
Chiudila con una pinzetta e poi per 6 mesi non ci pensi più.
Ciao Aldo, se volessi fare il pane di segale intrgrale utilizzando la pasta acida di farro attiva (entrambi acquistati su tibiona) dovrei utilizzare le stesse proporzioni farina/acqua/sale ?
Grazie
Ciao Andrea,
scusa il ritardo, si si, uguale.
Ciao Aldo, vorrei preparare l’impasto per domani, ma non ho la pasta acida, posso farla lo stesso? Grazie infinite
sisi, no problem
La raccomandazione di farla sottile, non é soggettiva ma una scelta indispensabile per evitare l’effetto ‘pappa’. Dopo varie prove ho ottenuto migliori risultati aggiungendo la salsa di pomodoro a metà cottura: la salsa di pomodoro non prende il sapore acido per la cottura lunga a temperatura elevata e cuoce meglio il cuore della pasta
Ciao Ettore,
grazie per la precisazione, hai perfettamente ragione, grande !