Ci sono almeno 4 motivazioni che ti spiego come risolvere in questo video, sono semplici da attuare e il risultato è assicurato.
Se vuoi iniziare da una buona farina, inizia di qui
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L’ultimo fattore elencato (la “lievitazione sprint”) a mio modo di vedere è da mettere al primo posto come causa di una pessima digeribilità. Naturalmente questo discorso vale per TUTTI gli impasti lievitati. Purtroppo in rete ci sono miriadi di “esperti” che consigliano dosi assurde di lievito (classico panetto da 25 gr. di lievito fresco in 500 grammi di farina!) e, ovviamente, chi non ha esperienza tende a crederci, ottenendo poi risultati pessimi.
Io non sono un esperto, ma panifico ormai da 5 anni, mediamente ogni 8/10 giorni, circa 16 kg di impasto; ho visto che aggiungere lievito in percentuali “alte” è utile solo quando l’impasto è ricco di grassi e/o di sale: in entrambi i casi il lievito ha veramente il suo bel da fare. In tutti gli altri casi bisogna comportarsi come si faceva in fotografia (prima del digitale…): tanta luce–>poco tempo, poca luce–>molto tempo.
Ciao grande Fabry !
è vero, molto importante. La priorità dei vari fattori dipende dalla gravità degli altri, se ad esempio l’impasto ha 4% di sale è più invasivo del tempo di lievitazione, se il tempo di lievitazione è di 1 ora e il sale è al 1%, la lievitazione è più impattate. Quindi è vero, la priorità può anche essere la lievitazione come dici tu
ciao !
Ciao Aldo, che ne pensi del pane della tedesca Pema che lo produce facendo germogliare i semi e poi macinandoli ottenendo la farina che poi lievita col lievito madre? La tua risposta si potrebbe avere anche al mio indirizzo email?