
Le origini dell’omeopatia possono essere associate in maniera sfumata già a Ippocrate che intuì, nel III sec.a.C, “i simili sono curati dai simili”: nel corso di un epidemia di colera ad Atene, egli utilizzo piccole dosi di Elleboro bianco (Veratrum album) che, in forti dosi, provoca una forte diarrea in soggetti sani. Successivamente Paracelso (1493-1542 d.C) asserì che è “la dose a determinare il veleno”. Ma fu poi Christian Samuel Hahnemann (1775-1843 d.C) che introduce il termine “omeopatia” da “omoios” (simile, somigliante) e “pathos” (sofferenza, malattia, esperienza).
Il meccanismo di funzionamento
L’omeopatia è un sistema di cura “dolce” largamente diffuso e utilizzato per la risoluzione di molti disturbi. La base sui cui si sorregge è sintetizzabile in questa asserzione “ogni sostanza capace di provocare dei sintomi in un soggetto sano a dosi ponderali, può curare gli stessi sintomi in una persona malata, quando sia somministrata a dosi deboli“.

Alcune esemplificazioni posso aiutare a comprendere meglio il concetto.
La puntura di un ape determina la rapida comparsa di dolore trafittivo, bruciore ed edema rosato che migliora con le applicazioni fredde. Lo stesso veleno (Apis mellifica), a dosi omeopatiche, può curare ogni tipo di eruzione caratterizzata da sintomi simili (orticaria, eczema, eritema solare ecc. ecc.). Allo stesso modo, se si taglia una cipolla appare immediatamente un abbondante secrezione nasale. La stesa cipolla (Allium cepa) in dosi omeopatiche, sarà il rimedio più indicato per il raffreddore e la rinite allergica.
Il punto di vista scientifico
L’efficacia dei prodotti omeopatici non ha però ancora una reale dimostrazione scientifica, ma sostanzialmente solo alcune ipotesi sul meccanismo di funzionamento, la prima ipotizza che sia dovuto alla capacità di essere dei beta-emittenti, ovvero dei liberatori di energia elettromagnetica: in sostanza nei prodotti omeopatici si dovrebbero formare dei buchi bianchi (punti iperluminosi), che creano un effetto onda sull’organismo, trasmettendo informazioni elettromagnetiche.
Un altra ipotesi è legata alle recenti sperimentazioni del Prof. Luc Montagnier (Premio Nobel 2008 per la medicina), che in occasione del convegno “Integrazione tra fisica, chimica e biologia alla base della medicina del futuro”, ha rivelato, in anteprima mondiale, alcune sorprendenti scoperte relative alla natura del DNA umano, ottenute dal suo staff nel corso di alcune ricerche sull’AIDS.
Considerando che il DNA si organizza intorno all’acqua, che è la base dell’organismo umano, Montagnier ha dichiarato che utilizzando sensori a bassa frequenza e osservando sia i filtrati delle colture di virus sia il plasma di persone infette, si è rilevata una variazione nelle frequenze delle onde elettromagnetiche: dei picchi nella fascia tra 0 e 20.000 hertz.
Quello che Montagnier vuole farci capire è che questa ricerca dimostra che vi è una sorta di “risonanza” nelle molecole dell’acqua, quasi che esse fossero “condizionate” e quindi “condizionabili”.
Il condizionamento può essere sia interno che esterno, quest’ultimo è certamente influenzabile dall’inquinamento elettromagnetico. Tuttavia, al di la di questo, è dunque possibile affermare, in estrema sintesi, che diluendo una sostanza fino a superare il numero di Avocadro e oltre, in essa vi è comunque un background elettromagnetico.
“Abbiamo svolto molti studi sui batteri – ha proseguito Montagnier – e ci sono segnali da parte di molecole ad alto peso molecolare che anche se diluite alla 10 alla diciottesima mantengono un loro proprio segnale: abbiamo dimostrato che questo fenomeno non dipende dalla quantità, ma è un fenomeno che afferisce alla fisica quantistica, alla struttura fisica dell’acqua. Ad esempio abbiamo lasciato due distinte provette in un contenitore di lega metallica che impedisce l’irradiazione verso l’esterno, ed abbiamo visto che tra le due provette, una diluita a 10 alla terza ed una a 10 alla nona, c’era uno scambio di informazioni e di connotazioni a livello molecolare. Questo ci ha dimostrato che le molecole hanno un loro background elettromagnetico ed esso è in grado di trasferirsi da una molecola all’altra, da una provetta all’altra. Abbiamo poi misurato questi fenomeni per settimane nel sangue dei pazienti, estraendo e misurando la parte liquida del plasma umano. La maggior parte degli agenti patogeni, i batteri ma anche i virus, incluso l’HIV, producono questi segnali. Noi li abbiamo mappati, con molte tecniche di disamina differenti, e quelle che abbiamo visto è congruente con tutto quanto ho appena esposto”.

Certamente andranno approfonditi questi studi ma una cosa è certa: rispetto agli esperimenti di Benveniste sulla memoria dell’acqua degli anni ’80, ora si ha possibilità di ripeterli e di conseguenza hanno il requisito fondamentale per la scienza, ovvero la riproducibilità.
Montagner ha aggiunto che grazie a queste nuove rivelazioni sarà finalmente possibile uscire dalla logica che “tanto più alto è il dosaggio del farmaco, tanto più efficace è la terapia” ed aprire nuove interessanti prospettive terapeutiche basate su paradigmi differenti da quelli indagati fino ad oggi. (Fonte. http://www.guna.it)
Le ragioni della sua applicazione
L’omeopatia (e tutte le terapie dolci) hanno purtroppo una minore efficacia rispetto ai farmaci e funzionano meglio quando si ha un sistema immunitario non eccessivamente stressato (d’altra parte anche i farmaci allopatici funzionano meglio se il sistema immunitario è in buone condizioni).
Essendo però priva di una reale dimostrazione scientifica (mancata riproducibilità), rimane comunque un approccio terapeutico, secondo alcuni, illusorio.
Però di fatto è risaputo, nel circuito dei fruitori dell’omeopatia, che applicata sui bambini e sugli animali (soggetti imparziali all’effetto placebo), funziona. Ma mettiamo pure che effettivamente l’efficacia dell’omeopatia sia ricollegabile unicamente all’effetto placebo, cosa ci sarebbe di così grave ? Bisogna forse vergognarsi ad utilizzare un “qualcosa” che ci aiuta, soprattutto senza effetti collaterali, che si serve semplicemente di un effetto autoindotto dal pensiero e non da un principio attivo ?

Infine basta veramente la sola comprovazione scientifica per accettare la validità di un farmaco (sia che sia allopatico, sia che sia omeopatico) ? Certamente il supporto scientifico è un ottimo indicatore sulla validità di ciò che si vuol dimostrare ma, allo stesso tempo, il metodo scientifico utilizza strumenti che non sempre possono essere compatibili ciò che si vuole analizzare, come ad esempio il rimedio omeopatico e il farmaco allopatico che agiscono con meccanismi del tutto differenti.
Di certo l’omeopatia va collocata nella sua giusta dimensione e assolutamente non deve sostituirsi ai farmaci laddove sono necessari: non può di certo aiutarci in casi estremi (salvo come supporto alla terapia ordinaria) come nella medicina d’urgenza. In quei casi è una fortuna che ci siano gli ottimi farmaci allopatici ed è bene servirsene.
L’effetto placebo
Nemmeno non si può dire che l’effetto placebo non esiste, perchè è noto a qualunque terapeuta, nonostante venga comunemente escluso dalle ricerche scientifiche, pur sapendo della sua esistenza e influenza. Per esempio medici e infermieri sanno che i malati terminali che vogliono resistere ancora un po’ di tempo, per poter vedere ancora una

volta una persona cara, vivono più a lungo di quanto le loro condizioni lascerebbero presagire. Allo stesso modo, i malati con una forte determinazione a sopravvivere, e con la speranza incrollabile di poter guarire, reagiscono meglio durante la fase critica della malattia.
Conclusioni
Si può concludere che alla luce di ciò che è stato asserito, l’omeopatia ha ragione di esistere e di essere utilizzata, pur sapendo i suoi limiti e senza illudersi che si tratta di una terapia alternativa o sostitutiva a quella ordinaria, laddove i farmaci allopatici sono necessari e, per chi proprio non vuole servirsene, può sempre accettarla in questo modo: l’omeopatia di per se è solo un mezzo per attivare la capacità di guarigione già presente in noi !
Fonte immagini. Wikipedia.org, http://vocearancio.ingdirect.it , guna.it
Conclusioni
Si può concludere che alla luce di ciò che è stato asserito, l’omeopatia ha ragione di esistere e di essere utilizzata, pur sapendo i suoi limiti e senza illudersi che si tratta di una terapia alternativa o sostitutiva a quella ordinaria, laddove i farmaci allopatici sono necessari e, per chi proprio non vuole servirsene, può sempre accettarla in questo modo: l’omeopatia di per se è solo un mezzo per attivare la capacità di guarigione già presente in noi !
Numero di Avogadro -non di avocado-
P.s. Siamo noi a non saper ancora usare bene l’omeopatia, non che di per sè non funzioni o funzioni poco!
Grazie Giuseppe per la segnalazione.
Purtroppo è ancora molto snobbata come terapia, nonostante i risultati non mancano. Diciamo però che presa come “attivatore dell’autoguarigione presente in noi” è più condivisibile, anche dai più scettici.
Grazie ancora !
In questi anni ho avuto diversi problemi di salute, e grossi problemi causati da una premenopausa, problemi che la medicina allopatica non ha saputo curare, o meglio medici tradizionali non hanno saputo ne diagnosticare ne curare, ora grazie ad un bravo medico omeopata sono tornata a stare bene, ho finalmente ripreso anche a fare attività sportiva, quindi dico ben convinta graie all’omeopatia e grazie al signor Christian Samuel Hahnemann!
Non sono convinta che l’omeopatia sia di per se è solo un mezzo per attivare la capacità di guarigione già presente in noi! Io sono convinta che ci si possa curare solo con essa, come sono convinta che un buon 50% di farmaci in commercio, e forse anche più, non serva assolutamente a nulla!
Ciao Aldo,
nella sua ricerca del 2011 “DNA waves and water”, il dottor Luc Montaigner spiega esattamente che:
1) alle basse concentrazioni da 10^-9 fino a 10^-18, il DNA emette onde elettromagnetiche intorno alla frequenza di 7 Hz;
2) queste onde riescono a trasmettere l’informazione genetica del DNA anche ad acqua pura posta nelle immediate vicinanze;
3) l’acqua così “informata”, quando mescolata con gli amminoacidi di base del DNA e i relativi enzimi, è stata in grado di riprodurre al 98% la sequenza del DNA iniziale.
Questo dimostra il meccanismo per cui chi ha l’HIV torna a manifestarlo anche anni dopo un moderno ed efficace trattamento antivirale: il trattamento elimina il virus, ma l’HIV è capace di sfruttare questo meccanismo di memoria genetica del’acqua (il plasma dell’individuo, in questo caso) per riformarsi nell’organismo.
Ma questa ricerca mostra effettivamente la base certa e scientificamente provata dell’omeopatia e, in particolare, del principio assolutamente contro-intuitivo secondo cui il prodotto a diluizione maggiore è più potente: il DNA emette solo ad alte diluizioni!
Infine, questa ricerca getta le basi per capire perché alcuni ioni metallici hanno valore biologico ed altri no: qui entra in gioco la meccanica quantistica, ma in termini semplici ciò è dovuto al fenomeno della risonanza: solo gli ioni il cui rapporto tra carica e massa corrisponde alle frequenze di risonanza del DNA così come “memorizzate” dalle micro-strutture dell’acqua liquida, riescono a giocare un ruolo nella memorizazione dell’informazione genetca e nel suo utilizzo per la riproduzione di filamenti di DNA!
Si tratta, insomma, di una ricerca talmente sconvolgente e chiarificante, allo stesso tempo, che non se ne parlerà mai abbastanza, specialmente nell’informazione generalista…
Grazie Chicca per la testimonianza,
probabilmente dovessimo elencare i successi, rispetto agli insuccessi (escludendo quelli che sono stati generati da persone incompetetni in questa terapia), ci sarebbe davvero da stupirsi.
Ad esempio io, da moltissimi anni, mi servo dell’omeopatia per contrastare le infiammazioni che mi genero di tanto in tanto con la corsa (somministrando gli stessi sotto forma di mesoterapia antalgica). Devo dire che ho sempre risolto in tempi brevissimi, contrariamente ad altri sistemi più invasivi.
Grazie Adalberto,
mi lusinga avere un lettore che conosce così bene la materia, ti confesso che non avendo una formazione accademica sulla medicina e tanto meno sull’omeopatia, quello che ho indicato è la mia visione che la ritengo condivisibile anche dai più scettici. Non so quanti sanno interpretare la scoperta di Montignac come hai invece fatto tu, ma il fatto che l’hai supportata con il tuo approfondimento mi fa molto piacere e ne enfatizza la validità.
Grazie a tutti !
Aldo
consiglio a tutti la lettura del blog di bressanini sul sito “le scienze”
No.