Il benessere, contrariamente a quello che dovrebbe essere accaduto, non ha raggiunto tutti i Paesi in misura identica, ma bensì appena il 20% del mondo che consuma però ben l’80% delle risorse disponibili. L’Africa, che è il continente più ricco di risorse al mondo, è il più sfruttato, sottopopolato ed è grande tre volte l’Europa, con la stessa popolazione: addirittura è tre volte più grande della Cina ma con un terzo della popolazione. Il progresso ha creato grandi e importanti cambiamenti positivi che è opportuno riconoscergli ma, allo stesso tempo, ha generato numerosi scompensi, ad esempio la costruzione forsennata di strade ed edifici che si è compiuta negli ultimi anni ha impermealizzato sempre di più la terra così, quando piove, l’acqua non penetra più nel terreno alimentando le falde freatiche come dovrebbe ma va nei tombini, poi nelle fogne, nei fiumi e infine nel mare. In questo modo i pozzi si asciugano sempre più, con le conseguenze che ne derivano.
La costruzione di strade ed edifici in certi limiti è senz’altro fondamentale al benessere della popolazione ma, l’esasperazione attuale, ha solo più come fine ultimo di consentire ai camion, in particolar modo, di potere viaggiare sempre di più e andare sempre più lontano. Quando in realtà la necessità dei camion di circolare è legata principalmente alle nostre scelte di consumo: se continuiamo ad acquistare beni che potremo trovare non lontano da dove abitiamo, siamo noi a favorire la circolazione dei camion (e la costruzione di strade è la conseguenza); in altre parole una protesi assurda della nostra economia che siamo noi stessi la causa.
Per quanto riguarda invece le auto, se l’utilizzo fosse più razionale: se per ogni macchina che circola ci fossero quarto persone, le macchine si ridurrebbero di un quarto e questo sarebbe anch’esso decesivo nella scelta di costruire o meno le strade.
Senza accorgersene scivoliamo ancora una volta verso l’anticamera delle barbarie, proprio nel momento storico che offre più opportunità di accesso alle conoscenze.
Anche le tecnologie fin d’ora costruite hanno raggiunto un livello di utilità che, contrariamente alla finalità con cui si sono sviluppate inizialmente, oggi giorno hanno favorito una vita più facile ma non per forza di cose migliore.
Ad esempio l’acquisto bulimico di beni volutturi, come l’auto potente, per poi dover lavorare 5 mesi all’anno per mantenerla e magari incolonnarsi per ore e ore sulle tangenziali, non è certamente l’uso più razionale che si possa fare della tecnologia.
Bisogna (bisognava già prima !) iniziare a cambiare l’immaginario collettivo: da grosso, potente è bello a piccolo ed efficiente è meglio.
In conclusione un’email molto simpatica che esemplifica la nostra era.
Scopri di vivere nel 2011 quando:
1. Per caso batti la tua password sul microonde.
2. Sono anni che non giochi al solitario con carte vere.
3. Hai una lista di 15 numeri di telefono per chiamare una famiglia di 3 persone
4. Mandi una mail al tuo collega che ha l’ufficio vicino al tuo.
5. Hai perso contatto con i tuoi amici o familiari perchè non hanno indirizzo e-mail.
6. Arrivi a casa dopo il lavoro e rispondi al telefono come se fossi ancora in ufficio.
7. Fai lo zero sul tuo telefono di casa per prendere la linea.
8. Sei al tuo posto di lavoro da 4 anni ma hai lavorato per 3 imprese diverse.
10. Tutte le pubblicità tv hanno un indirizzo web sullo schermo, in basso.
11. Vai nel panico se esci da casa senza il cellulare e torni indietro a riprenderlo.
12. Ti alzi la mattina e la prima cosa che fai è accendere il PC prima di bere un caffè.
13. Provi ad aprire
il portone di casa con il badge dell’ufficio.
14. Stai leggendo questo testo, sei d’accordo e sorridi.
15. Peggio ancora, …….sai già a chi rimandare questa e-mail.
16. Sei troppo occupato per accorgerti che non c’è il numero 9 in questa lista.
17. Subito guardi il messaggio per vedere se c’è o no il numero 9 nella lista.
Consiglio. Quando sei in crisi
perché, al lavoro, niente va come vorresti, fai questo: fermati ad una farmacia e compra un termometro rettale ‘Johnson&Johnson’ (proprio questa marca, non altre!), aprilo e leggi le istruzioni. Troverai questa frase: ogni termometro rettale della Johnson & Johnson è stato personalmente provato nella nostra fabbrica !
Ora, chiudi gli occhi e ripeti ad alta voce per 5 volte: ‘sono felice di non lavorare nel reparto controllo di qualità di Johnson & Johnson’
Questo post è stato scritto sulla base di ciò che dispensa il Movimeno per la Decrescita Felice: http://decrescitafelice.it/
Fonte immagine.
http://www.witcom.com/sp/news_legginews.php?as_content_id_att203=5396
Sono sincera, arrivata in fondo sono scoppiata a ridere 🙂
Ma mentre leggevo ero molto seria pensando a quanto siamo stupidi! E il detto che si stava meglio quando si stava peggio secondo me è veritierò! Uno dei tanti motivi che mi ha aiutato nella scelta vegana è stato il pensiero rivolto a quei popoli che patiscono la fame per colpa della nostra bulimia incontrollata e smisurata!
Ps: posso copiare questo articolo e metterlo sul mio blog, naturalmente con i link di collegamento?
Sei un grande!
Un abbraccio
Certo Chicca, assolutaente sì 🙂
A proposito di camion & scelte di consumo, ho scritto un recente post sul mio blog a proposito di un rapporto FAO del 2006: non è nuovissimo, ma sembra che nessuno lo conosca! In “Livestock’s long shadow” (La lunga ombra del bestiame), dati alla mano, si afferma che l’impatto sull’effetto-serra degli allevamenti, a livello globale, supera addirittura quello dell’intero sistema dei trasporti!
Per chi vuol saperne di più: http://adanatec.blogspot.com/2012/01/alimentazione-ed-ecologia.html
Scusate, aggiungo solo che ho dovuto recentemente cambiare il nome del blog, e così il link che ho fornito prima non è più valido; adesso ci si arriva come: http://perladieta.blogspot.com/2012/01/alimentazione-ed-ecologia.html