Con la parola refrattario si intende un materiale o una miscela di materiali in grado di resistere ad alte temperature, senza reagire con altri materiali con cui viene a contatto. Ed è proprio con questi materiali che si costruiscono le pietre refrattarie utilizzate nei forni casalinghi per cuocere il pane o la pizza; le pietre refrattarie sono generalmente tonde, quadrate o rettangolari e hanno la straordinaria capacità di assorbire molto calore e cederlo alle preparazione da forno replicando quello che fa un forno professionale (ad esempio a legna o a platea).
Una sola pietra refrattaria è già in grado di migliorare abbondantemente i prodotti da forno ma il massimo si ottiene avendone due, una più spesa sotto, una più fine sopra. In questo modo la pietra sopra invia un enorme quantità di calore al pane, quella sotto fa la stessa cosa ma, essendo a contatto diretto con il prodotto ed essendo facile da raffreddarsi, è opportuno che sia più spessa. Tra le due pietre non deve esserci molto spazio, in modo che la camera di cottura sia più possibilmente simile a quella di un forno a platea professionale.
La pietra refrattaria non è però un accessorio indispensabile anche se, i risultati che si ottengono con l’utilizzo della stessa sono largamente ripagati.
Vediamo tuttavia quali tipologie si trovano in commercio e quali sono le caratteristiche da verificare prima dell’acquisto. Prima di tutto c’è da dire che in commercio si trovano pietre da forno in materiali diversi, come ad esempio mattonelle di grès porcellanato, oppure pietre ollari. Per le prime bisogna prestare molta attenzione, in quanto non sono destinate ad uso alimentare e potrebbero non essere adatte, sebbene il gres, se viene cotto alla temperatura ideale (1200°C e oltre), i materiali di cui è composta si stabilizzano molto (vetrificazione o greificazione), anche l’eventuale smaltatura in superficie è sicura, ma in ogni caso il gres rimane comunque un materiale molto fragile (non è pirofilo), inoltre è privo di un componente che gli conferisce resistenza alle alte temperature e alla dilatazione termina (il chamotte).
Un altro materiale molto diffuso è la pietra ollare (o steatite), seppur è un materiale che va molto bene, non è in grado di assorbire l’umidità dei prodotti da forno in cottura, come fa invece la refrattaria oppure l’ossidiana o ancora l’ardesia.
Alla luce di quanto detto è ovvio che il materiale più indicato è la pietra refrattaria ma, affinché svolga egregiamente il suo lavoro, deve essere fine, non oltre 1 centimetro, max 1,5. Per fare in modo che la stessa si scaldi velocemente è bene metterla almeno 10 minuti sul fondo del forno e poi altri 10 minuti sotto il grill, oppure scaldarla sul fornello a gas.
ho provato con due mattoni refrattari alti 3 cm., ed ho notato una buona differenza, non ne ho trovato di sottili, proverò quello che ha indicato sopra, la ringrazio
Ciao Nino,
grazie per il commento 🙂
Ho un forno a gas dove la fiamma e sotto la platea. Volevo inserire una pietra refrattaria contatto con la platea per cuocere pizza alla palestra e teglia. Come consigliate di svolgere la modifica? Grazie infinite
Ciao Piero,
puoi inserire una rete di ferro o alcuni supporti metallici che te la tengono ad almeno 3 cm dal fuoco, in questo modo la scaldi bene senza problemi