Le fallacie naturalistiche

Ammetto di essere un grande fanatico della natura, del biologico e di tutto ciò che è sano e naturale, ma sono anche consapevole che questo fanatismo può travisare in quelle che vengono definite fallacie naturalistiche, ovvero la tendenza a preferire in qualunque circostanza ciò che è naturale rispetto a ciò che è artificiale o comunque modificato dall’uomo.

Anche se in condizione di incertezza l’opzione naturale è generalmente la migliore, questo non ci garantisce però una certezza assoluta. Infatti, esistono migliaia di situazioni in cui l’opzione naturale rappresenta invece la peggiore scelta che si possa fare. Pensiamo ad esempio alla lista di sostanze (cianuro), piante (Cicuta), funghi (Tignosa verdognola) che sono velenosi / mortali o pratiche che, nonostante possano essere configurate come naturali, sono anche qui la peggiore scelta possibile. Si può citare ad esempio la pratica di lasciar guarire una ferita da sola (con il rischio di un’infezione), mangiare carote fresche per assimilare più betacarotene (che in realtà si assorbe meglio nelle carote cotte o per lo meno sminuzzate). Molti cadono in questa fallacia anche parlando di omosessualità che, esulando da ciò che ci pare normale (l’amore tra due individui di sesso opposto), non andrebbe accettata, dimenticandosi che tra gli animali esiste il fenomeno: sono stati osservanti comportamenti omosessuali tra cani, gatti, anatre e molti altri animali1, ma anche in civiltà del passato. Se dobbiamo pertanto opporci all’omosessualità per lo meno dobbiamo appellarci a qualche altro motivo, non sicuramente al “naturale”.

Tendiamo a magnificare l’uomo per cosa ha creato in determinate situazioni, per poi denigrarlo in altre comparazioni

Ma gli esempi non finisco, nel mondo animale esistono gli infanticidi, gli incesti e lo stupro ma nessuno si sognerebbe di tollerarli perché naturali. Esistono poi le alluvioni, le eruzioni e i terremoti, tutti eventi perfettamente naturali che fanno centinaia di morti. Le fallacie naturali sono inoltre viziate da un errore di prospettiva, infatti, tendiamo spesso a magnificare l’uomo per cosa ha creato in determinate situazioni (opere edili, tecnologie, cure…) per poi denigrarlo in altre comparazioni.

Un’altra connotazione che attribuiamo alla natura è la moralità, ciò che non è naturale, non è morale. Anche qui gli esempi sono infiniti, ad esempio riprendendo il discorso sugli omosessuali, si potrebbe concludere che non è morale, ma perché allora l’uomo tende a controllare e migliorare la natura e dà un’accezione positiva alle civiltà che chi più, chi meno, hanno introdotto elementi volti a contrapporsi alla natura (per allungare la vita, per controllare le catastrofi, per curare le malattie). Alla luce di ciò non possiamo quindi accettare nemmeno come plausibile il paragone naturale = morale.

In condizione di incertezza l’opzione naturale è generalmente la migliore

1 Volker Sommer, University College London; Paul L. Vasey, University of Lethbridge, Alberta (2006): Homosexual Behaviour in Animals – An Evolutionary Perspective, Cambridge University Press, ISBN 978-0-521-86446-6

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