Negli ultimi anni sempre più spesso si sente parlare dell’utilizzo di grani antichi, come il Maiorca, lo Strazzavisazz, il Timilìa, il Russello, il Verna, l’Autonomia, il Gentil Rosso, il Gentil Bianco e il Monococco che, secondo alcuni, sono migliori su molti aspetti (sapore, digeribilità, salubrità…). I nove nomi citati non sono però le uniche specie antiche ultimamente diffuse, c’è anche Triticum turanicum (il Kamut), probabilmente il più conosciuto, insieme al Senatore Cappelli. Quest’ultimo però, anche se viene indentificato come grano antico, è in realtà una varietà piuttosto recente: ha poco meno di 100 anni.
In contrasto ai grani antichi troviamo invece quelli moderni, che non sono necessariamente peggiori, anzi, su alcuni aspetti il miglioramento genetico li ha resi più produttivi ma soprattuto più resistenti a certe malattie.
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Nella preparazione di prodotti da forno, gran parte delle farine (o delle semole) di questi grani, sono combinate al lievito madre, che permette una maggiore stabilità al glutine (di per se molto debole), un sapore e una profumazione migliore, insieme ad una conservazione molto più lunga. Oltre a questi vantaggi il lievito madre aiuta a diminuire il livello del colesterolo LDL, la glicemia e tutti quei fattori che implicano il rischio di ictus e infarto, come dimostra la ricerca condotta dall’Università degli studi di Firenze e pubblicata dall’International Journal of Food Sciences and Nutrition.
I medici hanno potuto constatare che nel periodo in cui le persone hanno assunto pane fatto con grani antichi, il livello di colesterolo nel sangue e calato notevolmente, soprattutto quello LDL, e con lui anche il livello del glucosio.
La ricerca è stata condotta in questo modo: ad un campione di 45 adulti 50enni è stato chiesto di seguire una dieta con diversi tipi di pane, della durata di quattro mesi. Divisi in due gruppi, il primo gruppo ha inserito nella propria alimentazione quello fatto con grano Verna, mentre il secondo ha assunto del pane fatto con il grano moderno Blasco. Per i restanti due mesi, i due gruppi hanno inseritoe nella propria alimentazione del pane fatto con il Gentil Rosso, il secondo quello prodotto con il grano Autonomia B.
Al termine del periodo di prova, i medici hanno potuto constatare che nel periodo in cui le persone hanno assunto pane fatto con grani antichi, il livello di colesterolo nel sangue e calato notevolmente, soprattutto quello LDL, e con lui anche il livello del glucosio. Invece, quando le persone hanno assunto il pane fatto con le farine con grano moderno, i livelli del sangue non hanno subito dei cambiamenti.
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Sempre in base alla ricerca, si è constatato un aumento delle cellule staminali, che si occupano della riparazioni dei vasi sanguinei danneggiati, e questo è un segno positivo per la salute del nostro organismo.
I grani antichi fanno bene alla nostra salute perché hanno un grande potere antinfiammatorio e antiossidante ed un alto contenuto di vitamine B e E, che portano solo dei benefici al nostro corpo.
I grani antichi fanno bene alla nostra salute perché hanno un grande potere antinfiammatorio e antiossidante ed un alto contenuto di vitamine B e E, che portano solo dei benefici al nostro corpo.
Le ricerche sui grani antichi non si fermano qui, l’Università degli studi di Firenze sta già lavorando ad altre ricerche, precisamente quattro, e tutte hanno già dei risultati concordi alla ricerca di cui stiamo parlando ora. In queste altre quattro ricerche sono stati impiegati dei volontari sani, con malattie cardiovascolari, con l’intestino irritabile e con il diabete. Nella dieta di queste persone non è stato inserito solo il pane fatto con grani antichi, ma anche altri prodotti come i biscotti, la pasta o qualsiasi altro tipo di alimento che abbia come base i cereali. Anche la Fondazione Veronesi si è occupata di questo studio dell’Università degli studi di Firenze, sul loro sito potete trovare ulteriori info riguardanti il grano antico.
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