Pop corn è un nome composto da due parole inglesi pop (saltare) e corn (mais); erano conosciuti addirittura dagli
indigeni (li chiamavano “Pisancalla”) che li utilizzavano non solo come alimenti ma anche per ornamento.
Il chicco di mais può essere paragonato ad una piccola pentola a pressione: quando il calore dell’endosperma farinoso (la parte centrale) raggiunge i 150° si lega formando una massa gelatinosa, mentre a 180° e 9 atmosfere di pressione, genera una forza tale a ridosso dell’endosperma vitreo che lo fa scoppiare formando la classica struttura bianca spugnosa.
I chicchi inesplosi sono unicamente quelli che presentano microfessure nell’endosperma vitreo e lasciano fuoriuscire il vapore; l’industria chiama questi chicchi “vecchie zitelle”.
Il metodo di cottura più utilizzato è la frittura in padella ma è senz’altro più salutare l’utilizzo della macchina per pop-corn che funziona tramite aria calda.
Non va dimenticato che si possono cuocere anche con il forno a microonde ma lo lascerei tuttavia come ultima alternativa.
I pop-corn possono, a cottura ultimata, essere insaporiti a piacere con del sale, dello zucchero o del cacao.
Per conferire la tipica colorazione del “pop corn da cinema” si usa il burro di arachide (giudizio: evitarlo!), il caramello, oppure, un’alternativa certamente più salutare, la margarina vegetale biologica non idrogenata e il malto liquido.
N.b. Anche l’amaranto è un “cereale” in grado di scoppiare come il mais da pop-corn.
Fonte immagine. mediashopping.it
Aggiungerei anche la quinoa(sebbene non sia un cereale…)!Quando la tosto prima di cuocerla scoppietta che è un piacere 😀
Grazie delle informazioni e Buona giornata!
saretta 😀
Grazie Saretta per l’ info, non lo sapevo proprio 😉
anche il miglio mi hanno detto..ma devo provare!! evvai di pop-mile & pop-amaranth