Il rapporto Happy Planet Index (http://www.happyplanetindex.org/ ) della New Economics Foundation (NEF) di Londra, stila una nuova classifica del benessere non basandosi più sul vecchio e inadeguato PIL ma bensì prende in esame la felicità, l’aspettativa di vita e l’impatto ambientale. In sostanza analizza l’efficienza con cui i governi di quel paese convertono le risorse in termini di durata e la felicità media dei suoi abitanti.
Il benessere espresso con il PIL calcola non solo i beni materiali utili prodotti da quel paese ma comprende anche l’esportazione di armi, il consumo di farmaci, il carburante consumato quando siamo incolonnati ecc. ecc. parametri che, nonostante facciano crescere il PIL, non contribuiscono certamente a migliorare la qualità della vita degli abitanti di quel paese. Ormai anche le stesse istituzioni europee hanno annunciato la volontà di comprende, anche nel PIL, l’indice ambientale (una versione pilota è partita già quest’anno).
Vediamo ora cosa si scopre consultando la classifica dell’H.P.I: ben nove, delle prime nazioni, sono situate nell’America Latina mentre non ne compare nessuna di quelle industrializzate ! (assurdo vero ?) però un primato queste nazioni c’è l’hanno: il consumo di psicofarmaci, droghe e alcool !!!!
Al primo posto c’è la Costa Rica che ha un PIL procapite che non raggiunge nemmeno un quarto di quello nord americano. L’Italia è addirittura al 69° posto e, negli ultimi posti della classifica, ci sono invece gli Stati Uniti d’America (centoquattordicesimi) e tredicesimi come aspettativa di vita !!
Dopo gli USA ci sono solamente più le nazioni Subsahariane e si chiude con lo Zimbabwe (la nazione più “mal concia”). Cina e India che si trovano rispettivamente al ventesimo e trentacinquesimo posto, sono scesi di molte posizioni da quanto sono entranti nella tanto ambita industrializzazione / globalizzazione.
Alla luce di ciò vediamo quali sono i parametri che sono stati utilizzati per sviluppare questo rapporto.
- Soddisfazione di vita. Descrive quando gli abitati sono soddisfatti della loro esistenza.
- Aspettativa di vita. Gli anni che mediamente una persona vive.
- Happy Life Years. Si tratta di un invenzione del sociologo olandese Ruut Veenhoven che prende in esame ed elabora la soddisfazione generale, l’aspettativa di vita e altri elementi oggettivi e soggettivi che riguardano la percezione del benessere.
- Impronta ecologia. Indice statico, inventato nel 1996 da Mathis Wackernagel e William Rees, il quale valuta la relazione tra il consumo umano di risorse naturali e la capacitò della terra di rigenerarle.
A questo indirizzo è possibile scaricarsi i vari rapporti (in inglese): http://www.happyplanetindex.org/learn/download-report.html
Per consultare invece un rapporto simile ma esclusivamente italiano, potete scaricarvi quello del gruppo Sbilanciamoci.org a questo indirizzo: http://www.sbilanciamoci.org/index.php?option=com_remository&func=fileinfo&id=122
Spero che vi possa interessare, buon week end
Aldo Bongiovanni
Fonte immagine:http://farm2.static.flickr.com/1148/1433846907_b605124078.jpg
Mi sbalordisce la definizione di “felice” al Messico. Io ci ho vissuto. E’ un paese stupendo ma dilaniato da differenze sociali spaventose, e tutto tranne che attento alle proprie risorse ecologiche. La gestione dei rifiuti e delle acque è totalmente insufficiente. La criminalità e la corruzione sono diffusi, l’inquinamento raggiunge livelli spaventosi, non esiste un sistema ferroviario e tutto il traffico è basato su vecchi rottami provenienti dagli States. La gente è allegra ma le piaghe della violenza e della tossicodipendenza si possono toccare con mano. La salute è tutelata scrupolosamente e con efficienza, però solo per chi se lo può permettere. Alla luce di queste considerazioni, questa ricerca non mi convince…
Nel lontano 1968 questo era il pensiero di Kennedy sul PIL:
http://www.youtube.com/watch?v=grJNlxQsqtE
concordo con Annamaria sulla scarsa attendibilità della ricerca: Cina e India tra le prime 30 nazioni……per cosa, aspettativa di vità o coscienza ecologica?
Buona giornata
Il bello di internet è la democrazia: ognuno può accettare o denigrare ciò che viene detto / scritto.
Non ho un’esperienza diretta con il Messico e con altre nazioni al di fuori dell’Italia, quindi immagino che ciò che mi dici sia vero.
Mi sono limitato a trascrivere ciò che quella ricerca aveva da dire ma, come tutto, andrebbe analizzato per bene senza accettare qualunque cosa passivamente.
Grazie pertanto per il tuo prezioso contributo e buona giornata
Aldo