Secondo una storia inventata, un ipotetico texano avrebbe sparato alcuni colpi di pistola sul lato di una stalla, per poi dipingerci successivamente un bersaglio sul gruppo di colpi più ravvicinati e poter così affermare di essere un tiratore capace.
Da qui nasce la fallacia del cecchino texano utilizzata per identificare tutte quelle volte in cui vengono avvalorate assunzioni fatte ad evento compiuto accentuando similitudini e/o arrogandosi meriti inesistenti.
Questa fallacia è spesso utilizzata nella retorica (più propriamente nei sofismi), in statistica (problema dei confronti multipli) e in psicologia cognitiva come apofenia.

La fallacia del cecchino texano è assimilabile alla Clustering illusion, un’altra fallacia che assume indicativamente la stessa cosa: ovvero la l’esistenza di modelli / pattern anche laddove non esistano.
Non necessariamente questa fallacia è frutto di un eccessivo narcisismo e volontà di arrogarsi meriti inesistei, ma è facile caderci semplicemente quado si hanno a disposizione una grande quantità di dati da esaminare. In quanto se ci si concentra solo su una parte di tali dati, la conclusione può essere totalmente fuorviante: possono esserci altri fattori, diversi da quella interpretazione, a dare a tutti gli elementi di quel sottoinsieme qualche tipo di proprietà comune (o una coppia di proprietà comuni, quando si discute la correlazione).
È facile trovare un sottoinsieme di dati dalla massa con alcune proprietà comuni ma con un fattore diverso dalla sua vera causa.
La prossima volta che qualcuno fa assunzioni post mortem, assicuratevi che non sia un altro cecchino texano 🙂
Buona vita
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