Tradotto letteralmente significa “scalare di un marcia” ma questa parola non viene esclusivamente utilizzata per intendere questo ma piuttosto per identificare la nuova filosofia di vita che negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Australia ha preso piede già da molto tempo. Il Downshifting consiste nell’abbandono della carriera economicamente decorosa e altamente stressante, con uno stile di vita circondato da meno denaro ma più gratificante.
Le persone che accolgono positivamente il downshifting sono spesso manager, o persone professionalmente affermate, che rinunciano alla carriera scegliendo di investire in loro stessi, quindi molto meno stress, ore passate al telefono, imbottigliamenti nel traffico e riunioni fino a sera tardi.
Il downshifting è pertanto il riadattamento della propria condotta verso uno stile di vita più lento e più semplice: quindi meno ore di lavoro per dedicarle ad altri valori della vita quali la famiglia, gli amici, il divertimento e gli hobby che spesso vengono accantonati o trascurati per mancanza di tempo.
Coloro che optano per questo stile di vita, i cosiddetti downshifter, accettano incondizionalmente la mancata carriera e i mancati guadagni, ma non li vedono come indice di peggioramento della qualità della vita, ma bensì come necessità al raggiungimento dell’equilibrio.
Le conseguenze di questa scelta sono evidenti, meno lavoro = meno soldi. Però il fatto di avere meno soldi non significa che non si possa godere di una vita felice, se i soldi sono sufficienti ad acquistare ciò che è necessario e non ciò che è invece superfluo, non si dove provare alcun disagio. L’avidità verso il denaro è un comportamento che il più delle volte è sostenuto da principi effimeri come quello di credere che la felicità dipenda dai soldi. Quindi per diventare downshifter, non solo è necessario rinunciare ai guadagni maggiori ma dovremo imparare anche a cambiare la prospettiva di vita e a coltivare, come antidoto all’avidità, l‘appagamento.Inoltre questa filosofia mette l’accento sulla semplicità, una condizione che si raggiunge più facilmente abbandonando tutto ciò che non è fondamentale e ruba risorse (quindi il superfluo).
L’esperienza lo insegna: non è la disponibilità economica a garantirci la felicità, se fosse questa la condizione assoluta per raggiungere questo stato emozionale, vedremo molti ricchi felici ma in realtà chi possiede molto denaro è spesso stressato ed infelice: considerando che la capacità di sfruttare ciò che si possiede, o si intende possedere, è limitata, in primis per il tempo, il fatto di desiderare sempre più cose è un effimera ricerca della felicità. Posto che riusciamo a comprare tutto ciò che vogliamo, quando tempo avremo a disposizione per poterne assaporare i benefici ? Possedere molti oggetti / risorse è una condizione che ci permette di avere maggiori possibilità ma nessuno tiene in considerazione che ogni risorsa che possediamo richiede un certo sforzo nel gestirla che spesso supera la soddisfazione di possederla.
Per chi vive una vita molto stressata, ma anche per il senso comune, il riposo e il divertimento si possono ottenere unicamente in determinati momenti: nelle ferie, nei week end o alla pensione. Però considerando che l’unica certezza che abbiamo e “adesso” e il resto del tempo è un’incertezza, meglio imparare a vivere bene tutti i giorni come se fosse l’ultimo e non rimandare ai brevi momenti di gloria per scaricarsi dallo stress quotidiano.
Non riuscire a concedersi liberamente del tempo nel corso della giornata per fare cose semplici, come frequentare una palestra, un corso di ballo, andare a fare una passeggiata in riva al mare o in montagna per godere delle bellezze della natura e davvero una spiacevole limitazione.
Chi desidera approfondire questo argomento può acquistare il libro “Downshifting” di John Drake dove lo stesso autore analizza i timori che possono assalire coloro che vorrebbero indirizzarsi verso questa filosofia di vita ma temono le conseguenze di tale cambiamento.
Se la tua vita privata sta per declinare (o è già declinata), grazie ai suggerimenti di Drake puoi ancora recuperarla o ricostruirla: sul libro troverai alcuni stratagemmi per poter lavorare meno e ritrovare così il tempo da dedicare alle cose che contano davvero.
la vera felicità sta nel viaggio non nella meta, ma purtroppo ci si ritrova sempre a desiderare quest’ultima.. sicuramente tutto cio è una cosa profondamente bella, che il perbenismo e l’apparenza di questa società ce la fanno sembrare sempre piu un utopia per molti e una scelta coraggiosa per quei pochi fortunati che scelgono la vera felicità piuttosto che un povero status-simbol!
Ehm, io sono Downshifter senza saperlo dal 1990.
Non sapevo che esistesse questa definizione.
La cosa che ho imparato in questi 20 anni è che se hai il tempo non hai il denaro per fare le cose che vorresti. Quando facevo la donna in carriera era esattamente il contrario. L’equilibrio lo avrei anche cercato, ma non avevo fatto i conti con la congiuntura socio/economica. Adesso sono povera e disoccupata e basta, e assicuro che non è assolutamente una condizione invidiabile, anche se spesso godo dei pomeriggi a fare quello che mi pare, mentre il mondo là fuori si massacra. Fare il downsifting è un privilegio, una cosa che possono fare coloro che hanno le spalle economicamente coperte. Sconsiglio vivamente alle single non più giovanissime, per dire.
Grazie per i commenti ! grazie mille